Guariento Mario | 13 MARZO 2022SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA
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13 MARZO 2022
SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA

11 Mar 13 MARZO 2022
SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA

Luca 9, 28-36

Isacco di Ninive ci dice che la trasfigurazione ci invita alla contemplazione: “avere l’intelletto libero da ogni attaccamento terrestre, e un cuore puntato completamente sulle promesse della speranza”.

Tutta la vita di Gesù ormai è orientata a Gerusalemme dove Egli sale per essere presente al Padre suo. Il mistero del cammino di Gesù non è afferrabile dall’uomo, e la proposta di Pietro di fare tre capanne cade nel vuoto. Non tocca agli uomini costruire una tenda per ospitare Dio. Dio stesso ci avvolgerà nella nube della sua presenza, come Maria nell’annunciazione e ci renderà partecipi della conoscenza e dell’intimità divina. I credenti perciò non devono dubitare della felicità promessa in mezzo alle tenebre della vita presente, e per questo sono chiamati a pregare perché sia donata loro la capacità di sopportare il tempo del soffrire.

Vivere il mistero della trasfigurazione può significare di permettere all’uomo di dominare correttamente la terra e di mantenere fede a questo impegno, senza che venga meno la speranza anche nei momenti più duri, per la certezza della fedeltà di Dio. Se vogliamo contemplare il Gesù di Dio, la sua trasfigurazione, dobbiamo salire sull’alto del monte e pregare, sul monte della contemplazione che ci rende sapienti. Diversamente noi lo conosceremo sempre secondo la carne!

Questo è mio Figlio, colui che amo. Dio ci chiede di ascoltare suo Figlio Gesù, certamente perché è suo Figlio, ma ancor più perché Dio Padre ama Gesù, e questo amore segna e ci fa conoscere l’unità perfetta e assoluta di Dio Padre con Gesù e di Gesù con Dio Padre. Va da sé che quando ascoltiamo altre voci, per quanto facciano parte della nostra vita e cultura, religione e spiritualità, non sono e non saranno mai voci così amate e unite in modo assoluto e perfetto a Dio Padre come quella di Gesù. Non saranno mai voci perfettamente amanti della vita, rispettose dell’uomo e della sua dignità, profonde e veritiere come quella di Gesù.

Alla fine è una questione di intelligenza e buon senso. Nessuna magia, energia, pensiero, ideologia e costruzione spirituale di fattu­ra umana potrà avere lo stesso rispetto e dedizione, libertà e armo­nia per la persona umana come ciò che viene direttamente da Dio. Ascoltare Gesù è una scelta di fede, certo, ma anche di umile, inna­morata e intelligente resa all’Amante, l’unico vero e fedele Amante della nostra persona. Origene dice nel suo commento a questo testo: “Gesù non trasfigura soltanto se stesso davanti a questi discepoli, solo il suo volto ma anche i suoi abiti appaiono risplendenti come la luce. Gli abiti di Gesù sono le sue parole, di cui è come rivestito. Io penso infatti che tutto quello che gli apostoli hanno riferito di lui è veste che diventa luminosa per quelli che salgono la montagna dell’ascolto. Se avviene che incontriate qualcuno che non solo annuncia ma vive la Parola non esitate ad affermare che per lui le vesti di Gesù sono diventate splendenti come la luce”.

Ascoltare la Luce. Di luce abbiamo bisogno, di tutta la luce possibile e di occhi buoni e cuore umile per poterla vedere. Luce che faccia chiaro su come ci stiamo ingannando a cuor leggero. Luce che ci mostri la falsità dei piaceri e dei poteri attuali e l’ignoranza abissale della vanità dei piaceri e dei poteri sognati e perciò cercati.

Luce che ci confonda nella nostra presunzione e arroganza di sentirci padroni invincibili del mondo e della vita. Luce che ci spenga ogni sciocca e pericolo­sissima sete d’onnipotenza. Luce che ci riveli all’anima e alla mente la tua grandezza, Padre, e la nostra dimensione luminosissima di figli di Dio, pur viventi in vasi di terra. Senza la tua luce l’uomo si dimentica di essere uomo e diventa un prodotto informe e terribile della sua mente vanitosa che ama e difende solo se stessa. In ginocchio ti imploriamo, Signore Gesù, aiutaci a non dimen­ticare la luce che sei, la luce che hai posto in noi, la luce che dà vita a ogni cosa. Quando dimentichiamo di vivere e vedere tutto e tutti nella tua luce siamo costretti a imparare a vivere e a vedere tutto attraverso le tenebre, ed è così brutto e terribile vedere, capire, educare, proteggere, indicare, costruire, sentire, lavorare nelle tenebre. Le tenebre ci confondono anche se le cerchiamo per nascon­dere il male che perseguiamo. Le tenebre le cerchiamo e ci fanno soffrire, ci fanno male, ci umiliano e ci tolgono l’onore e la dignità, e allora ci viene rabbia e paura di noi stessi. Signore, quando ti rivelerai ai nostri occhi, ti imploriamo di farlo piano piano, con infinita dolcezza e pazienza, perché qui su questa terra non siamo più abituati alla luce della vita e del tuo volto.