01 Giu Domenica della Trinità. Giovanni 3, 16-18
La memoria della Trinità ci dice che nemmeno Dio è un essere solitario. Al
contrario, la sua natura intima consiste nella comunione e nella relazione che si compie nell’amore. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che l’unicità di Dio si realizzasse nella comunione dinamica di Padre e di Figlio che diventa comunicazione d’amore col nome di «Spirito» nella forma trinitaria. Storicamente e biblica mente noi abbiamo conosciuto Gesù che ha parlato del Padre e ci ha lasciato la. garanzia dello Spirito.
Allora, cosa ci dice questo mistero della Trinità? Il vangelo ci mette sulla buona strada per pensare correttamente: Dio Padre ci ha tanto amato da mandarci suo Figlio Gesù, perché con la forza dello Spirito possiamo raggiungere la nostra propria umanità, essere veramente buoni e retti, perdere la paura della bontà e della tenerezza. Perché solo questo può trasformare questo mondo così sgangherato. Abbiamo bisogno di Dio. Abbiamo bisogno di questo Dio. E lo troviamo amandoci senza paura. Lo troviamo nell’affetto reciproco. Questa è la “Trinità, dice K. Rahner, nella quale troviamo la “Trinità della Rivelazione”. Troviamo Dio nell’esperienza dell’affetto umano, che spesso deve essere eroico. La Trinità sembra un mistero insondabile, forse lo è, irraggiungibile. Tuttavia molto vicina perché fa parte di noi, perché nella Trinità c’è anche la nostra umanità, la nostra vita. Non possiamo conoscere la Trinità in sé, ma la Trinità rivolta verso di noi, la Trinità che si mostra, che si comunica, che è in noi. Cristo è venuto nel mondo, ha camminato in mezzo al mondo, con la sua umanità e poi è tornato nel cuore del Padre, ciò significa che Dio da quel momento non cesserà mai più di essere umano. Pertanto dentro la Trinità c’è la nostra umanità, l’umanità di Gesù di Nazareth, da quel momento, Dio conoscerà il peso delle nostre lacrime, la fragranza del pane, ma anche il desiderio dell’amore, a Dio non sarà estranea nessuna parola e nessuna esperienza umana. È l’esperienza dell’amore che si vive amando, come un uomo; come un Dio che fa sorgere la vita, la cura e poi la offre in dono; che condivide con l’uomo la vita, vivendola nella gioia, nei sospiri, nel dolore e nella speranza, e poi la dona; che libera nello Spirito da ogni ostacolo e condizione perché l’intero mondo abbia a fruire in pienezza della vita, in libertà e giustizia, e poi si dona. Coloro che esaltano la divinità di Dio fino a mettere tra parentesi la sua umanità compiono un’operazione pericolosa perché impediscono l’incontro degli uomini con Dio sull’unico terreno per questi possibile: l’umanità. Non bisogna avere paura dell’umanità di Dio perché più si esalta questo versante della natura divina più noi siamo in grado di stabilire un rapporto e una relazione d’amore con Dio che conosciamo nel volto umano di Gesù di Nazaret e attraverso di lui entriamo in un dinamismo d’amore con il Padre e lo Spirito Santo, cioè con la santa Trinità. La ragione è impari di fronte alla Trinità perché solo la rivelazione e la sua logica interna può dirci che Dio non è un Dio solitario, adorabile nel suo isolamento, ma è un Dio Padre-Madre che vive di amore e chiede amore. Qual è il segno che rende visibile nella vita quotidiana questa «vita trinitaria»? La coppia che accetta di essere «sacramento» di amore, è la forma visibile di Dio-trinità, perché la relazione d’amore è radicalmente generante e feconda in ogni atteggiamento e atto di vita quotidiana. La persona, invece, che sceglie liberamente di vivere la verginità consacrata celebra Dio-unicità, ricordando agli sposi che nessun amore, per quanto pieno, può presumere di sequestrare Dio. La coppia, in quanto relazione d’amore, ricorda ai celibi che essi sono incompleti e se non vivono una vita trinitaria di amore donato, sono cembali rumorosi ed eunuchi inutili e sterili. Nell’uno e nell’altro caso, tutti viviamo nel segno sacramentale di una fecondità d’amore che si compie «Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Oggi apprendiamo che solo una vita di relazione nell’amore è una vita che somiglia a Dio che è Unità e Trinità d’Amore.