Guariento Mario | Domenica ventottesima. Marco 10, 17-30
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Domenica ventottesima. Marco 10, 17-30

10 Ott Domenica ventottesima. Marco 10, 17-30

Gesù si mette in cammino per Gerusalemme, ma prima che si allontani da quel luogo, gli arriva incontro «correndo» uno sconosciuto che «si getta in ginocchio» davanti a lui per trattenerlo. Ha urgente bisogno di Gesù. Cerca in quel maestro buono una luce per orientare la sua vita: «Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Non è una questione teorica, ma esistenziale. Innanzitutto, Gesù gli ricorda che «nessuno è buono, se non Dio solo». Prima di chiederci cosa ci sia da «fare», dobbiamo sapere che viviamo davanti a un Dio di una bontà senza pari: sulla sua insondabile bontà dobbiamo appoggiare la nostra vita. Così pregava il teologo e maestro spirituale K. Rahner:  Amore!Un eccesso della tua generosità mi creò, ma mi volesti amante al sommo della tua felicità. La tua follia mi abita più della tua saggezza. Donami di essere felice in Te per essere amabile come Te.

Poi gli ricorda gli insegnamenti di questo Dio buono. Secondo la tradizione biblica, questa è la via per la vita eterna.

La risposta dell’uomo è ammirabile. Tutte queste cose le ha osservate fin dalla sua giovinezza, ma sente dentro di sé un’aspirazione più profonda. Sta cercando qualcosa di più. Gesù fissa lo sguardo su di lui, con amore. Il suo sguardo sta già esprimendo la relazione personale che vuole stabilire con lui.
«Una cosa sola ti manca, ti manco io». Se segue questa logica del «fare» quanto viene comandato per «possedere» la vita eterna, anche se vive in modo irreprensibile, non resterà pienamente soddisfatto. Nell’essere umano c’è un’aspirazione più profonda.
Per questo Gesù lo invita a orientare la sua vita in base a una nuova logica. «Vieni! Seguimi! ». In due potranno percorrere insieme la via verso il regno di Dio.

L’uomo dimentica lo sguardo amorevole di lui e se ne va triste. Sa che non potrà mai conoscere la gioia e la libertà di quelli che seguono Gesù. Spesso, noi cristiani ci siamo adagiati nella nostra religione, senza reagire alla chiamata del vangelo e senza cercare nessun cambiamento decisivo nella nostra vita.

Abbiamo «ridotto» il vangelo, accomodandolo ai nostri interessi. Ma questa religione non è più fonte di gioia. Ci lascia tristi e senza una consolazione autentica.

Il punto capitale per la nostra proposta è quello che possiamo chiamare l’invito a non pretendere, la prassi del distacco che si fa abbandono filiale a Colui che solo può darci “la vita eterna “.

Commenta Dietrich Bonhoeffer: “A partire da questa luce, infatti, potranno aprirsi altri stili di vita e altri equilibri più giusti, più vicini al vangelo. Più vicini non solo al vangelo, ma anche capaci di fare crescere nella libertà, nella realizzazione evangelica di sé, della propria felicità e dunque di vivere nella sua totalità e secondo la struttura propria voluta da Dio e manifestata a noi in Gesù Cristo. Chi ha accolto la Parola di Dio, deve iniziare a cercare Dio; non può fare altrimenti. Non possiamo cercare Dio altrove che nella sua parola, ma questa parola è vivente e inesauribile, poiché Dio stesso abita in noi. Se la Parola di Dio ci ha colpiti, allora possiamo dire: ti cerco con tutto il cuore. Tu sei la mia salvezza. Perché con cuore dimezzato cercheremmo un idolo, ma mai Dio stesso. Dio vuole il cuore intero. Non vuole qualcosa da noi, ma vuole noi stessi e interamente. Questo ci ha detto la sua parola e per questo lo cerchiamo con tutto il cuore. Soltanto una preoccupazione abbiamo, quella di deviare dalla strada intrapresa, dai comandamenti che abbiamo accolto. Deviare dice il Salmista. Non pensa più a una trasgressione premeditata dei comandamenti divini che conosciamo. Ma quanto facilmente deviamo quando il male annebbia il nostro sguardo, prendiamo la strada sbagliata e non sappiamo più dove siamo, senza ritrovare la via verso i comandamenti. Dobbiamo pregare Dio ogni giorno perché ci preservi di fronte al peccato dello smarrimento, di fronte al peccato inconsapevole; poiché una volta presa inconsapevolmente la via cattiva, volentieri acquistiamo velocità in essa e dall’errore nasce la cattiva intenzione. Ma chi cerca Dio con tutto il cuore, non si smarrirà”.