Guariento Mario | VISIONE O FOLLIA?
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VISIONE O FOLLIA?

17 Dic VISIONE O FOLLIA?

Un impercettibile bagliore. A questo punto del nostro itinerario spirituale, incominciamo a vedere il nostro mondo in relazione al mondo divino che comincia a manifestarsi a noi. Fin qui,  non conoscevamo il mondo del mistero che attraverso la fede. Ora piano piano assaporiamo la sua presenza. E per questo viviamo nell’attesa, come sulla soglia di un universo nel quale sappiamo d’essere invitati a penetrare. Dall’interno ci giungono delle voci, ma rimaniamo silenziosi, nell’attesa dell’invito a entrare, in questo punto d’incontro di due amori.
Un giorno Dio prenderà l’iniziativa per noi. Dio introdurrà l’anima a sé, la condurrà, la guiderà, la tratterà secondo la propria volontà. L’azione divina non si manifesterà più nel segreto dell’anima agirà apertamente. Un giorno l’anima — davanti a un paesaggio, durante una meditazione o nel bel mezzo di una qualunque occupazione — percepisce una presenza, in se stessa o al di fuori di sé, nel paesaggio, nel luogo in cui si trova. Questa presenza si lascia avvertire come un appello quasi impercettibile, una voce dolcissima, un amore che viene da lontano e invita ad amare… È un bagliore nella notte, un canto senza parole, un invito discreto. Può anche essere un’inafferrabile atmosfera che avvolge tutte le cose, una nuova impercettibile dimensione di tutto ciò che esiste.
Il nostro spirito che sinora non ha mai trovato nel mondo della preghiera qualcosa che non gli sembrasse naturale, non può ora che tacere. Egli fa silenzio, tende l’orecchio, trattiene il respiro, sospende ogni tentativo di comprensione nell’attesa di un gesto, di una parola, di un semplice segno che potrebbe venire da questo mondo misterioso che è sorto dal suo universo familiare. In lui ogni pensiero ha taciuto… Ma l’anima non può più chiudersi in se stessa per compiacersi dei propri pensieri: rimane nell’attesa di una parola, di uno sguardo di Colui del quale ha scoperto la presenza e percepito l’appello.
Questa percezione della presenza divina, per debole che sia, è uno squarcio nel velo che nascondeva all’anima la presenza divina diffusa in tutte le cose.
Ci vorrà molto, molto tempo perché questa presenza si mostri in tutto il suo splendore e nella sua immensità. Ma l’anima è colmata da ciò che ha percepito di Dio. D’ora in poi la sua preghiera e la sua vita sono cambiate. Lei sa che Dio è qui, è dappertutto. Prima lo sapeva senza percepirlo. Ora che lo percepisce, conosce in un modo nuovo, più ricco e pieno.
È entrata in un nuovo modo di pensare e di sentire. Sulla porta, ha lasciato tutte le riflessioni che la sostenevano nelle sue preghiere. Oggi, non ne ha più bisogno…
Prova la pace, la gioia, un amore pacificante… Tutto ciò è d’altronde così semplice, così trasparente che è quasi irreale in confronto ai pensieri chiari di un tempo… Ma questa trasparenza non è che un riflesso della presenza divina che si manifesta. Questa presenza impone all’anima il suo stesso modo di pensare e di percepire. La trasparenza di Dio rende l’anima trasparente, leggera e umile.
Se Dio si facesse percepire un po’ più intensamente, l’anima si troverebbe in uno stato di riposo, d’abbandono, immersa nella pace. L’anima viene come svuotata, dalle sue passioni, dai suoi desideri, dalle sue ambizioni e perfino dai suoi pensieri. È il riposo dell’anima nell’amore, un amore che riempie ogni cosa, ogni occupazione. Dio si fa percepire dall’anima, ma poi tutto rientra nell’ordine consueto delle cose. “ E l’angelo partì da lei”.