Guariento Mario | Settimana santa
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Settimana santa

12 Apr Settimana santa

In questa settimana detta “santa” creiamo in noi uno spazio per la contemplazione, uno spazio aperto dentro e fuori di noi, che ci libera e ci salva dalla dispersione, lo spazio infinito dell’agape.

“Io non sono apparso a te

finché non ho visto le tue lacrime

e il tuo dolore per me.

Getta via la tua tristezza e compi questo servizio,

sii il mio messaggero per gli orfani smarriti.

Affrettati a gioire e va’ dagli undici.

Li troverai riuniti sulla riva del Giordano.

Di’ loro: Su, andiamo, vostro fratello vi chiama.

Se disdegnano la mia fraternità, di’ loro:

È il vostro maestro.

Usa ogni arte ed intelligenza

finché tu non abbia condotto il gregge al pastore.

Se vedrai che si sono turbati per te

prendi Simon Pietro con te;

digli: Ricordati che cosa ho detto, tra te e me,

sul Monte degli Olivi: Io ho qualcosa da dire

ma non ho nessuno a cui dirlo! “.

Queste parole sono rivolte dal Risorto a Maria di Magdala secondo un testo apocrifo in lingua copta del quarto secolo. Portiamo nel cuore come dette a ciascuno di noi, a te queste parole rivolte dal Risorto a Maria di Magdala secondo un testo apocrifo in lingua copta del quarto secolo.

La risposta di Maria è immediata, piena ed intensa.

“Rabbi, mio maestro, io servirò il tuo comandamento

nella gioia del mio cuore intero.

Non darò riposo al mio cuore,

non darò sonno ai miei occhi.

Non darò riposo ai miei piedi

finché non abbia portato il gregge all’ovile “

E l’antico testo conclude:

« Gloria a Maria perché ha obbedito al maestro.

Ella ha servito il suo comandamento nella gioia del suo cuore intero » .

Non dobbiamo temere di affrontare nei nostri cammini spirituali di ogni giorno l’attesa, il silenzio e il buio. E’ il tempo del grembo. Poi giungerà il tempo del venire alla luce, proprio come si usa dire nel riferirsi al nascere. Il tempo dell’uscire nello spazio liquido e trasparente della luce, il tempo che la luce ci sostiene.

La realtà, il vivere sono gli stessi, ma si può essere «cercanti la vita». E anche quando attorno fosse il deserto è ancora possibile percepirlo, vederlo come un futuro giardino. È possibile scegliere di adoperarsi per la vita, per la verità, per la pace, per la giustizia. È possibile scegliere di preparare il giardino, di preparare il ritorno all’Eden, dal quale siamo venuti.

Forse non ricordo più

il silenzio muto

Forse l’attesa oscura

galleggia dispersa nel cielo

degli infiniti mondi

Forse il tempo chiuso è ora sopito

negli abissi di oceani lontani

Ciò che vedo ancora

è il balzo repentino nella luce

ciò che vibra dentro

è il ricordo denso del passaggio dell’andare

staccarsi, aprire le ali al volo

lasciare la terra

e sapere che la luce,

ti sostiene.