07 Set PASQUA DI RESURREZIONE
PASQUA DI RISURREZIONE
Spesso siamo tentati di oggettivare la risurrezione di Gesù e di considerarla un evento rappresentabile. Le raffigurazioni, che gli artisti hanno osato creare, possono favorire questa presunzione e facilitare questo errore poiché la risurrezione è un semplice modello con cui si indica una realtà irrappresentabile anche mentalmente.
Riferito a Gesù, il termine risurrezione indica la conseguenza di una sua attitudine nei confronti di Dio. Vuole dire che egli ha vissuto la morte ignominiosa con una tale fiducia nella forza di Dio, da farla esplodere come nuovo inizio, nel momento della sua sconfitta storica.
Gesù cioè ha affrontato la violenza e l’odio che l’hanno condotto alla croce con un amore, una dedizione e una misericordia tali da consentire alla Parola creatrice di esprimersi in maniera inedita nella storia.
Nella croce l’azione di Dio si è espressa attraverso l’amore e la misericordia di Gesù, al punto di farne il luogo di un’irruzione straordinaria della sua forza di Vita. Per questo è possibile dire allo stesso tempo che Dio ha risuscitato Gesù dai morti, ma anche che Gesù è risorto dai morti. L’azione di Dio infatti diventa sempre azione di creature quando si esprime nella storia umana.
In rapporto quindi a Gesù risurrezione significa che egli ha vissuto con una tale fedeltà a Dio da realizzare un’esplosione di vita negli spazi della morte.
L’insegnamento perciò che riassume l’evento della risurrezione non riguarda tanto la trasformazione subita da Gesù o il suo stato glorioso, che ci sono completamente ignoti, quanto il fatto che l’amore è la ragione fontale e suprema di ogni forma di vita e che il destino di morte, intrinseco alla condizione attuale della creatura umana, non acquista senso che all’interno di un’esistenza pervasa da un amore incondizionato agli uomini e da una dedizione a Dio senza riserve.
Riferito invece ai credenti in Cristo, il termine risurrezione significa che la fede offre la reale possibilità di una vita nuova e piena di amore. In questo senso la risurrezione è un evento salvifico: credere infatti in Cristo risuscitato da Dio, fa vivere l’esperienza dell’azione di Dio come amore creatore, stimola la vita in modo inedito e fa scoprire che la nostra esistenza è attraversata da una energia creatrice che ci rinnova.
Emblematico è il fatto che la prima espressione del dono della fede in Cristo risorto sia stata la pace, riflesso del perdono dei peccati. Come la morte anche il peccato diventa positivo quando è sommerso dalla misericordia, che è la forza dell’amore nella sua dimensione gratuita e creatrice.
Fare memoria della risurrezione di Cristo, quindi, è evocare la croce, qualsiasi croce, come possibile luogo di vita, e il perdono dei peccati come recupero radicale del passato, reso possibile dall’amore.
L’insegnamento della fede nella risurrezione quindi non significa solo la vita dopo la morte, cui non possiamo dare contenuto mentale, quanto invece, la possibilità di vivere in modo positivo ogni situazione storica, anche la più negativa, e la certezza che il tuo amore incondizionato è in grado di introdurre nella storia modalità nuove di esistenza e quindi di salvare il mondo dal suo male.
Cristo risorto è colui che ti cambia la vita.
Il Risorto è come l’arcobaleno. Arriva dopo un temporale. Quando il cielo è buio e tira vento. Quando ti viene da pensare che il sole si è eclissato per sempre. Poi la pioggia smette di colpo, senti l’odore dell’aria nelle narici e un festival di colori ricamati su un azzurro che non avevi mai visto prima. Da quel momento non sarai più lo stesso.
L’arcobaleno ti è entrato negli occhi, circolato nel sangue, finito fino al cuore. Che adesso “pompa” un sangue nuovo.
Il Risorto arriva inaspettato. Ma quando lo incontri non è mai per caso. Ci hai sperato, hai lottato, hai pregato per avere quell’incrocio di esistenze.
Il Risorto che ti cambia la vita spesso tu non sai quanto ti sia entrato in profondità. Ignori il solco che si è formato nella tua anima. Egli, come un angelo, ti sfiora una spalla mentre viaggi. Un tocco lieve e la tua pelle è “marchiata” per sempre: poi torna a volare. Vorresti che restasse con te per tutta la vita. Ma sai che non dipende solo da te.
Staresti ad ascoltarlo per giorni interi. Senza mai staccare gli occhi.
Proveresti quella calma interiore che nessuno al mondo ti ha mai dato.
Poi custodiresti come una sentinella attenta il suo ricordo dentro una stanza della tua anima. Quella che apriresti almeno mille volte al giorno e ogni volta ti stupiresti per la luce che entra dalla finestra.
Il Risorto è un libro da rileggere tra le righe, uno sguardo che dura all’infinito, il vento che ti viene incontro. Egli è un deserto che dietro sai che ci sarà sempre un’oasi imprevista e mai un miraggio. Ha parole che ti massaggiano lo spirito, mani che scrivono quello che è giusto per te.
Il Risorto anche quando ti fa soffrire lo fa per il tuo bene. Anche se tu te ne accorgi sempre in ritardo. Quando lo incroci sulla tua strada non è mai per un colpo di fortuna. Sei tu che avevi deciso di imboccare quella via. Magari senza saperlo. Lo riconosci al primo sguardo, inutile che gli giri intorno. E’ qualcosa che senti nell’aria, ti pervade l’anima, ti riempie gli occhi. Niente e nessuno più potrà arrestare quel tuo cambio di marcia.
Cosa siamo senza il Risorto
se non mille granelli di sabbia
smarriti in un arido deserto
e rapiti da un vento di sfiducia
che ogni speranza allontana?
Solo Tu, Signore, accogli
le nostre infinite solitudini
nell’oasi eterna del Tuo amore
e consoli ogni cuore illuso
dai miraggi della vita.
Cosa siamo senza il Vivente
se non mille barche alla deriva
disperse in un mare di paura
che ci lascia annegare
tra i fondali delle incertezze?
Solo Tu, Signore,
guidi il viaggio del cuore vagabondo
verso porti sicuri.
Tu sei l’unica zattera che ci salva
dal naufragio dell’anima.
Cosa siamo senza il Risorto
se non mille fiori che appassiscono
al primo vento e alla prima pioggia?
chi illuminerà e scalderà
i momenti bui e freddi della vita?
Signore, tu risurrezione e vita,
tu sei l’unico vero sole
che splende
nel giardino inaridito del mondo.
M. G.