Guariento Mario | Terza domenica di Quaresima. Giovanni 2,13-25
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Terza domenica di Quaresima. Giovanni 2,13-25

01 Mar Terza domenica di Quaresima. Giovanni 2,13-25

Gesù rovescia i banchi dei cambiamonete e dei venditori nel Tempio. In verità non è Gesù che rovescia, Gesù desidera riportare la verità che è stata rovesciata a vantaggio di una situazione di confusione e inganno totale dell’uomo. E’ l’uomo che ha rovesciato il vero senso delle cose, che ha rovesciato il valore delle realtà spirituali e terrene. Non è Gesù che diventa violento intrecciando una frusta e scagliandosi contro questo marciume; la vera violenza è dell’uomo che ha trasformato anche le cose più sacre, preziose e divine in interessi economici e politici. L’uomo ha rovesciato e capovolto il senso della spiritualità e della fede, ha strumentalizzato il bisogno di Dio e di valori spirituali, per scopi economici e di controllo politico. 

Gesù stesso è stato rovesciato nella sua proposta e nella sua divinità. Il vangelo viene usato per coprire interessi e scopi umani, tradizioni e consuetudini umane, sistemi educativi e finti valori che nulla hanno a che fare con il vangelo. Il vangelo stesso è presentato a volte in modo grigio e infelice, come una proposta teorica e lontana dalla vita quotidiana della gente. L’uomo ha rovesciato il valore dell’animo umano e la potenza dello spirito. Li ha trasformati in una spelonca di interessi e piaceri superficiali, senza gioia né pace.                                                                                               

Chi conosce Gesù non resterà sorpreso della sua indignazione. Se c’è una costante che appare nel nucleo stesso del suo messaggio è la gratuità di Dio, il quale ama senza limiti i suoi figli e le sue figlie e vuole vedere tra loro solo amore fraterno e solidale.
Per questo, una vita trasformata in un mercato in cui tutto viene comprato e venduto, compreso il rapporto con il mistero di Dio, rappresenta la perversione più distruttiva di ciò che Gesù vuole promuovere. Certo, la nostra vita è possibile solo se si basa sulla relazione fraterna e sul servizio vicendevole. Tutti viviamo dando e ricevendo, il rischio è però di ridurre i nostri rapporti a un commercio interessato, pensando che la vita sia tutta una compravendita, finalizzata a massimizzare il proprio profitto a scapito di quello altrui.
Quasi senza rendercene conto, possiamo diventare «venditori e cambiamonete» che non sanno fare altro che commerciare, uomini e donne incapaci di amare, che hanno escluso dalla loro vita tutto ciò che abbia a che fare con il dare. È facile allora la tentazione di commerciare anche con Dio: lo si ossequia con un culto per restare in buoni rapporti con lui, si fanno promesse per ottenere da lui qualche beneficio, si compiono riti per mantenercelo propizio. La cosa grave è dimenticare che Dio è amore, e l’amore non si compra. Per questo Gesù diceva che Dio «vuole amore e non sacrifici». Forse, la prima cosa che abbiamo bisogno di ascoltare oggi nella Chiesa è l’annuncio della gratuità di Dio. In un mondo trasformato in mercato, dove tutto è richiesto, comprato o guadagnato, solo ciò che è gratuito può continuare ad affascinare e a sorprendere, poiché è il segno più autentico dell’amore. Noi credenti dobbiamo essere più attenti a non sfigurare un Dio che è amore gratuito, riducendolo a nostra misura piccolo come le nostre vite egoistiche e mercificate.
Chi conosce «la sensazione della grazia» e ha talvolta sperimentato l’amore sorprendente di Dio, si sente invitato a irradiarne la gratuità e, probabilmente, è colui che meglio può portare qualcosa di buono e nuovo a questa società, in cui tante persone muoiono di solitudine, noia e mancanza d’amore. Quando viene il Messia, invece, il tempio è ricostruito in modo glorioso e definitivo. Dio ritorna e abita nuovamente in mezzo al suo popolo. Tutto ciò viene realizzato in Gesù Cristo, colui che compie le promesse della restaurazione del tempio. Lui stesso è il tempio in cui è presente il Padre.  Egli è il Padre stesso che ormai vive per sempre presente in mezzo ai suoi. Dalla purificazione del tempio ha inizio la rivelazione della Gerusalemme celeste, come afferma Origene, mentre si avvicina la distruzione della Gerusalemme terrena e del suo tempio, di cui non resterà pietra su pietra. Quando il tempio viene ripulito dei commercianti, il corpo di Cristo, la sua stessa carne si trasforma nel vero tempio di Dio.