Guariento Mario | Domenica Venticinquesima. Matteo 20,1-16
Tutte le opere, i commenti, le riflessioni di Don Mario Guariento
guarientomario, gauriento, don guariento, guariento mario, mario guariento, liturgia guariento
1259
post-template-default,single,single-post,postid-1259,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,side_area_uncovered_from_content,qode-theme-ver-7.6.1,wpb-js-composer js-comp-ver-5.2.1,vc_responsive
 

Domenica Venticinquesima. Matteo 20,1-16

25 Set Domenica Venticinquesima. Matteo 20,1-16

Il vangelo ci ricorda che, qualsiasi cosa si faccia, è fondamentale non farla con la mente del giudicante. La mente giudicante è invidiosa di tutto e di tutti e non c’è bellezza, grazia, dono e bontà di Dio, gioia, misericordia e profezia divina, novità di luce, compassione, felicità e conoscenza, sapienza, pace, armonia che non riesca a massacrare tra le fauci del giudicare.

Un giorno il Signore Gesù potrebbe dire anche alla mente giudicante: prendi il tuo e vattene.

La parabola, infatti si chiude in maniera definitiva: «Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?».

Dio non ci tratta secondo i criteri logici della produttività ma con le motivazioni che sgorgano da un cuore buono, generoso e gratuito. La gratuità è una prassi che senza forzature può essere definita come “prassi del dono” in contrapposizione a quella dominante basata su una giustizia che prescinde dalla diversità e dalle differenze. Una prassi, cioè, capace di porre segni di un altro tipo di convivenza fra gli uomini e stimolare conseguentemente la ricerca di nuovi paradigmi. Il Dio in cui si crede vuole una vita fondata su quell’amore che produce libertà, fraternità e, quindi, liberazione. Gratuità: un agire che porti dentro di sé la consapevolezza della condizione umana, la capacità di accettare tutta la realtà contingente e tutta la storia, di riconoscerla in sé nel bene e nel male, nella gioia e nella sventura; dice Etty Hillesum: «Sono in grado di sopportare tutto, sempre meglio, e insieme sono certa che la vita è bellissima, degna di essere vissuta e ricca di significato. Malgrado tutto. Il che non vuol dire che uno sia sempre nello stato d’animo più elevato e pieno di fede. Si può essere stanchi come cani ma anche questo fa parte della vita, e dentro di te c’è qualcosa che non ti abbandonerà mai più».

Il cuore di Dio è così profondamente buono, che non ci abbandona, che privilegia gli ultimi, i più disgraziati della vita, quelli che la logica degli uomini non privilegia mai. Non è in forza di quello che l’uomo può dare che Dio interviene, ma ogni suo intervento è misurato dal suo amore senza calcolo, senza aspettativa, senza riscontro: Dio ama ciascuno di noi non perché siamo capaci di chiedere perdono, non perché facciamo opere buone, ma unicamente ed esclusivamente perché Dio è Dio e il suo essere è amare, perdonare, salvare… sempre. Tutti, a qualunque «ora», hanno diritto di sapersi amati. È difficile questo atteggiamento per noi che dietro ogni gesto ci vediamo sempre un interesse. La società di oggi ha snaturato il senso della gratuità. La Parola oggi ci invita a liberare Dio da ogni schema preconcetto che possiamo farci perché Dio, per nostra fortuna, agisce sempre fuori del campo e sta sempre fuori dalle righe, sorprendendoci e scandalizzandoci sempre. Finché crediamo in un Dio giusto e funzionale, noi facciamo di Lui un idolo da usare come giudizio contro chi non pensa come noi. Nessuno può «possedere» Dio perché nessuno può venderlo o comprarlo, perché egli sfugge a tutte le categorie che non rientrano nell’orizzonte e nella dinamica dell’amore e della gratuità.

L’Eucaristia insegna la dinamica per entrare in questo orizzonte e imparare ad agire nel Nome di Dio come Dio stesso agisce per noi: Pane e Vino che si consumano, Parola proclamata che illumina e consola. Ora possiamo fare nostre le parole di Sant’Agostino: «Ama e poi fai quello che vuoi» L’importante non è quanto ami o quanto fai per amare, ma quando ami.

Il quanto, anche nei confronti dell’amore, è un calcolo che porta fuori strada e contiene in sè vanità e orgoglio. Non il tanto o poco può misurare l’amore che diamo o riceviamo. Ma quando amiamo e siamo amati. L’istante presente è l’unica realtà che esiste veramente ed è l’unica realtà che puoi riempire del tuo amore. Ora ci sei e solo adesso puoi amare o possedere. La nostra mente spazia, recrimina e progetta, fa propositi anche belli e santi, ma non serve, perché è solo in questo istante in cui stai leggendo che il tuo cuore può aprirsi all’amore o chiudersi.