09 Mar Quaresima Terza domenica. Giovanni 4, 5-42
Il capitolo 4 di Gv ruota attorno a quattro temi: il pane, l’acqua, il culto, la missione. Su tutti prevale però il tema dell’acqua che diventa anche la chiave interpretativa dell’intero capitolo. Gesù non ha mai pronunciato un discorso così complesso come quello riportato da Giovanni. L’intero capitolo fa parte del piano dell’autore che, alla fine del primo secolo, espone tutto il vangelo in una teologia alta, condensata per temi. Lo schema è semplice: si parte da un fatto storico, quasi banale nella sua ovvietà, che è la sosta a un pozzo per dissetarsi nell’afa del caldo orientale e da esso si sale per gradi e cerchi concentrici verso una teologia altissima, in cui il fatto storico perde qualsiasi importanza per cedere il passo alla riflessione di fede. Nulla impedisce di pensare che Gesù abbia incontrato Samaritani e Samaritane. L’incontro con la donna, infatti, è nello stile tipico di Gesù che infrange spesso il costume sociale e religioso del suo tempo, suscitando stupore, reazioni e avversità. Qui i discepoli «si meravigliavano che parlasse con una donna», come scribi e farisei che «mormorano» perché parla, accoglie e va in casa di pubblicani, di prostitute. Il più grande padre della Chiesa dei primi secoli, Origene, paragona il pozzo alla Scrittura ché non si esaurisce mai ed è sorgente perché trabocca e disseta i popoli. Gesù è un uomo carico di pesantezza: è stanco ed ha sete, mentre i discepoli sono assenti. Si ferma al pozzo, come avrebbe fatto qualsiasi viandante, ma dietro questo dato materiale, come abbiamo già visto, c’è «la necessità di Dio» di passare per la Samaria e portare l’annuncio anche ai nemici dei Giudei. Il fatto decisivo è che sia ai Giudei sia ai Samaritani è richiesta la stessa fede perché l’esperienza di Gesù ha una portata universale che supera i condizionamenti sociali e storici, ma libera da ogni impedimento per permettere a tutti di riconoscere negli altri la stessa identità di Dio: Giudei e Samaritani, nemici storici, sono qui accomunati nella stessa «necessità»: per credere devono incontrare l’uomo Gesù, il Cristo di Dio che porta loro non solo le esigenze di Dio, ma svela la condizione in cui vivono e con cui devono fare i conti. L’acqua, il pane, il culto e le messi abbondanti ci rimandano a noi stessi. Non basta essere battezzati o credere o appartenere ad una chiesa: bisogna sostare al pozzo profondo della propria esistenza e non fermarsi ai bordi, non limitarsi ad attingere acqua, ma bisogna scendere in profondità perché soltanto nell’intimo più profondo del nostro pozzo interiore possiamo scoprire la nostra vera personalità e infine incontrare il Cristo, meravigliandoci che lui era già seduto lì ad aspettarci. Scopriremo i nostri «mariti» e chiederemo l’acqua viva della Parola di Dio e dello Spirito Santo e finalmente anche noi lasceremo la brocca per terra e correremo verso il mondo dove le messi attendono il nostro lavoro e la nostra testimonianza. Desideroso di effondere il suo amore, Gesù invita la donna a pescare in profondità di se stessa, ad osare di entrare in quel pozzo profondo che è il suo cuore per avvertire il desiderio di amore che ivi vi arde. Con grande maestria lascia intendere alla donna la possibilità di essere appagata oltre i surrogati di appagamento che ella già conosceva. Quest’arte del mostrare nascondendo, del vedo/non vedo è la migliore strategia per accendere e ravvivare il desiderio amoroso: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!” tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. La corda giusta è stata toccata: il colloquio può ora procedere non più legato al sospetto, ma agganciato al desiderio di Gesù e della donna. La sollecitazione del desiderio autentico, più che il rimprovero sortisce l’effetto di rompere la superficialità e consentire alla donna di avvertire la profondità dell’amore che desidera: “Dammi di quest’acqua, perché io non abbia più sete”. Gesù le ha concesso di credere in un’acqua viva che non rientra nei canoni dell’ovvietà quotidiana e dello schema bisogno-soddisfazione.