Guariento Mario | Santa Trinità.
Tutte le opere, i commenti, le riflessioni di Don Mario Guariento
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Santa Trinità.

20 Giu Santa Trinità.

Riflessione per la festa della Trinità.

La creazione non è soltanto un atto razionale di potenza ordinatrice: è anche gioco, danza, gioia. Il gioco divino non è frivolo, ma serio nella sua gratuità: riflette la gioia pura dell’esistere, il piacere per l’ordine cosmico, e un amore profondo per l’umanità e per il mondo creato. La Trinità è la danza dell’amore.           I teologi della tradizione cristiana, hanno descritto la Trinità come una comunione dinamica: K. Rahner, teologo e uomo di Dio, ne ha colto la forza poetica. La “danza della Trinità” diventa allora immagine di un amore che non resta chiuso in sé, ma si espande, ci coinvolge, ci chiama. Vivere in relazione con questo Dio danzante significa entrare nella dinamica della libertà e dell’apertura. Non siamo solo spettatori del mistero: siamo chiamati a farne parte. “Vieni, gioca con noi. Vieni, danza con noi.” In questo quadro, la gioia non è un’emozione fugace, ma l’esito di un’armonia interiore. A differenza del piacere o della felicità, che dipendono dall’alterità, la gioia nasce dall’accordo con sé stessi. È nel riconoscersi come “essere prezioso umano” che si può aprire lo spazio di una vita gioiosa. La gioia di vivere è possibile solo se si trova sintonia con la propria interiorità, se si accoglie ciò che in noi riflette il divino. La vita divina è interiorità, ed è lì che ci invita a danzare. Ecco allora che il gioco della Sapienza, la danza della Trinità e la solitudine si illuminano a vicenda. Non sono vie di fuga dal mondo, ma modi per entrarvi più profondamente. In un’epoca segnata da isolamento e smarrimento, violenza e disumanità, riscoprire il gioco divino e il dialogo interiore significa ritrovare la via per una gioia radicata, una libertà abitata, una relazione che salva. Siamo chiamati non solo a comprendere, ma a partecipare. A danzare con Dio. A giocare con Lui. A essere pienamente umani.