20 Giu Festa del Corpus Domini. Marco 14,12-26.
Gesù, in piena padronanza di sé, in tutta la sua dignità fa della propria vita, significata nel pane, un dono. Questo dono sancisce un rapporto personale fra noi, e il Signore Gesù può dire in totale verità: « Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in Me e io in lui ». E’ l’Eucarestia stessa a suggerire il senso della massima unione e intimità, è l’immedesimarsi in Gesù da parte del credente. Si realizza così quell’esperienza che possiamo chiamare esperienza d’amore. Le esigenze che una vera relazione d’amore esige come intrinseca verità sono la totalità e la fedeltà. Ogni amore che voglia celebrare se stesso nella verità chiede di essere un amore senza limitazioni di tempo e di situazione. L’amore è anche un grembo pieno di vita, di gioia e di pace. Esso sa donare la fecondità, il superamento della solitudine e la continuità della vita fino alla sua pienezza. Ecco la verità ultima, ecco il segreto nascosto dell’ amore di Cristo Signore, ecco dove vuol arrivare l’ardore di questo divino Amante: là dove nessun amore umano è mai potuto giungere.
Io, briciola fuggitiva,
sono tessuto di adorazione
io non so che cosa significhi
non essere Te, Signore.
La nostra frontiera
è velo sottile
che io confondo
con il sorriso
dei nostri volti silenziosi,
mentre le tue mani mi contengono.
Lascerò che il mio sospiro
venga a dilatarsi sul tuo cuore
come l’onda piena di luna
sulla sabbia sottile
che da sempre l’accoglie.
E Tu di nuovo mi assorbirai,
con soavità.
Non so dirti, meraviglioso Dio,
quanto io devo essere
oltre le cose
perché Tu possa incantarmi
il cuore!
So che Tu sei
nel brillio più profondo
dei miei occhi,
e tutto il resto io vedo
ma dopo
perché tutto si spegne
alla tua luce,
e poi tutto si accende nel tuo sorriso.
Le mie parole non dicono nulla
mentre balbetto
la tua magnificenza,
ma io so e Tu sai
che senza Te,
mai sarei sbocciato
a vivere.