Guariento Mario | Domenica settima. Luca 6,27-38.
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Domenica settima. Luca 6,27-38.

24 Feb Domenica settima. Luca 6,27-38.

Questo testo di Luca è un canto lungo e continuo dell’amore e del perdono! Il discepolo deve avvolgere in questo desiderio di bene tutti gli uomini, giungendo anche a quell’area temuta ed ostile, quella dei nemici. “Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre”. Il modello è infinito: è l’amore stesso di Dio. Ed è attraverso questa stessa imitazione di Dio che noi ci trasformiamo in suoi figli. Per questo dobbiamo mettere ancora di più in evidenza l’importanza rivoluzionaria racchiusa nel mandato evangelico dell’amore per il nemico. Quando Gesù parla dell’amore al nemico, non sta pensando a un sentimento di affetto e tenerezza verso costui, quanto piuttosto a un atteggiamento umano di interesse positivo per il suo bene. Gesù pensa che la persona sia umana quando l’amore si trova alla base di ogni sua azione. Ed è proprio questo amore, che raggiunge tutti e cerca veramente il bene di tutti il contributo più umano che può introdurre nella società colui che si ispira al Vangelo di Gesù. Ci sono situazioni in cui questo amore per il nemico appare impossibile. Siamo troppo feriti per poter perdonare. Abbiamo bisogno di tempo per recuperare la pace. Il perdono non consiste in un atto di volontà, che rapidamente risolve tutto. In generale, il perdono è la fine di un processo in cui intervengono anche la sensibilità, la comprensione, la lucidità e, nel caso del credente, la fede in un Dio del cui perdono viviamo tutti. Chi intende il perdono in questo modo comprende che il messaggio di Gesù, lungi dall’essere qualcosa di impossibile e irritante, è la via sicura per guarire le relazioni umane, sempre minacciate dalle nostre ingiustizie e dai nostri
conflitti. Il cristiano perdona perché si sente perdonato da Dio. Ogni altra motivazione è secondaria. Dimenticare questo significa parlare di un’altra cosa molto diversa dal perdono evangelico. Per questo il perdono cristiano non è un atto di giustizia. Non lo si può pretendere da nessuno come un dovere sociale. Il gesto sorprendente e molte volte eroico del perdono nasce da un amore gratuito. Non dipende da condizioni previe. Non esige nulla, non reclama nulla. Se si perdona, lo si fa per amore. Parlare di requisiti per il perdono, significa voler discutere di altro. Nel Vangelo si invita a perdonare «fino a settanta volte sette», a perdonare anche chi non mostra alcun segno di pentimento, ispirati dallo stesso Gesù, il quale, al momento della sua crocifissione, chiede a Dio: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Stiamo oggi dimenticando cosa significhi amare gratuitamente. Calcoliamo e misuriamo tutto e così corriamo il rischio di trasformare le nostre relazioni in puro scambio di servizi. Ma l’amore, l’amicizia, l’accoglienza, la solidarietà, la vicinanza, l’intimità, la lotta per il debole, la speranza non si ottengono col denaro. Sono qualcosa di gratuito, che si offre senza sperare nulla in cambio. Ci sono molti uomini e molte donne tra noi che possono ricevere solo un amore gratuito, poiché non hanno quasi nulla da poter ridare a chi si avvicina loro. Persone sole, maltrattate dalla vita, incomprese quasi da tutti, impoverite dalla società, senza quasi nessuna via d’uscita nella vita.
Hélder Camara ci ricorda l’invito di Gesù con queste parole: «Per liberarti da te stesso, lancia un ponte al di là dell’abisso creato dal tuo egoismo. Cerca di vedere al di là di te stesso. Cerca di ascoltare qualcun altro e, soprattutto, sforzati di amare gli altri invece di amare solo te stesso». L’esperienza dell’amore è fondamentale nella vita cristiana, se uno segue Gesù è perché ha scoperto di essere amato in maniera incondizionata, e sente che l’unico modo di rispondere a questo amore è quello di vivere amando. Può sembrare che tutto ciò non porti da nessuna parte. Ma è certo che senza amore la vita si svuota di senso. Se uno non si sente amato, anche se ha tutto, in realtà non ha nulla, se uno non sa amare può coprire il suo vuoto con mille maschere, ma, in fondo, non sta facendo altro che nascondere il suo fallimento come essere umano.“Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.” Credo non ci sia commento a questo testo di Luca migliore delle parole di Papa Francesco.
“La misericordia divina è una grande luce di amore e di tenerezza, è la carezza di Dio sulle ferite dei nostri peccati. Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre.” Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace.