15 Feb QUARESIMA COME RISCOPERTA DELL’ESSENZIALE
La Quaresima è l’esperienza di Dio in un clima di preghiera nell’ascolto e nell’interiorizzazione della parola sotto l’azione dello Spirito Santo.
Si tratta di riorientare la nostra vita per essere più simili a Cristo, riconoscere umilmente che siamo troppo poco a Lui conformi e sentire una struggente nostalgia di esserlo di più. Quest’esperienza forte di preghiera non si attua se non in ascolto della sua voce. E’ Lui che parla: parla attraverso gli strumenti umani. Per ascoltare bisogna saper tacere, far tacere le voci che si incrociano nel nostro cuore come in un mercato aperto.
Il silenzio facilita l’assimilazione della Parola. Si tratta di spalancare la porta per lasciar entrare il Signore: «sto alla porta e busso, se qualcuno mi apre entrerò e cenerò con lui» (Apoc 3,20). Il banchetto è un segno di intimità. Bisogna spalancare le porte del cuore e dell’anima perché il Signore entri e trasformi la nostra vita; dove entra Lui, anche se trova un deserto, lo trasforma subito in giardino, ove zampillano sorgenti.
Abbiamo bisogno di un’isola di silenzio e di solitudine.
Così Dio ha la possibilità di svelarsi a noi e noi abbiamo la possibilità di dare uno sguardo anche alla nostra vita e vedere esattamente com’è. Nella calca ci smarriamo, mentre nel deserto si ritrova se stessi. Quando siamo con gli altri conosciamo molte cose, ma è nella solitudine soprattutto che conosciamo noi stessi e la vera scienza comincia di lì.
Il silenzio è la dimensione interiore della solitudine. Per ascoltare Lui che parla, bisogna tacere: il silenzio è il cuore in ascolto.
Ha ragione Madeleine Delbrel di dire:
« Il silenzio qualche volta è tacere, sempre è ascoltare ». In Massimo Confessore ci sono queste stupende parole che poi ritroviamo in S. Giovanni della Croce: « Il Padre ha detto un’unica parola, cioè suo Figlio, in un silenzio eterno. Questa parola continua a dirla sempre, ed è ancora nel silenzio che l’anima la deve ascoltare ».