22 Dic AVVENTO 4
Quest’ultima riflessione è un invito a cogliere una presenza divina come spazio aperto di distanza e vicinanza, di sorpresa e di partecipazione affinché il mistero possa apparire il più vicino. Davanti alla sacra rappresentazione del presepe, pensieri ed emozioni sono reali, non illusori.
L’Avvento ci dispone a ricevere come dono il senso della nostra vita, il dono dell’amore che conosce e rivela una persona nel suo nocciolo essenziale, ed è promessa che prefigura un altro tempo, mantenendoci aperti a una diversa misura dell’esistere.
Ognuno possa sentirsi parte di una storia non costruita da se stesso, ma giocata assieme ad altri, nel riconoscimento reciproco di uno sguardo in cui si riflettono la pietà e la tenerezza di Dio. Pertanto si tratta di assumere in meditazione la posizione del mistico: assumere il ruolo di chi osserva senza giudicare, senza svalutare i contenuti della propria «anima», intesa come complesso psico-emozionale. Questi contenuti vanno osservati e poi lasciati andare: in meditazione quindi cercheremo di andare oltre, senza negare, il vissuto emotivo, tendendo verso quel silenzio che ci permetterà di giungere al fondo della nostra anima, la Grotta del Cuore, dove dimora il Fuoco Eterno dello Spirito, il Focolare Interiore, la nostra Identità Eterna e Divina, sorgente dell’Amore. Giunti a questa Sorgente d’Amore, potremo poi ritornare «in superficie» dissetati e rigenerati, capaci di affrontare la molteplicità propria dell’esistenza terrena, capaci di cogliere il senso delle ombre e delle luci che incontreremo sul nostro cammino di creature incarnate. Buon Natale