26 Mar TESTIMONIANZA SU GESU’
Il tema centrale del Vangelo di oggi è quello della testimonianza su Gesù. Per credere in Gesù, per incontrarlo occorre passare attraverso testimonianze. La testimonianza fondamentale che viene resa a Gesù è quella del Padre, ma tale testimonianza si manifesta in tre realtà che ne sono il riflesso.
C’è la testimonianza di Giovanni il Battezzatore. Potremmo vedere nella sua testimonianza, certamente in sé unica e fondamentale per il Nuovo Testamento, la testimonianza di ogni “precursore” che abbiamo incontrato nella nostra vita. Anche noi, come ogni uomo e donna che incontra Gesù nella sua esistenza, possiamo dire di aver incontrato la testimonianza di «precursori», di fratelli e sorelle che con la loro vita, la loro parola, la loro fede… ci hanno condotto a Gesù o almeno ad interrogarci su di lui, sulla sua persona e ci hanno così spinto ad impegnarci per conoscerlo di più andando magari a leggere i Vangeli e le Scritture. È il primo riflesso della testimonianza del Padre su Gesù: quella che passa attraverso i «testimoni» che incontriamo ogni giorno sul nostro cammino.
C’è poi la testimonianza delle opere che Gesù compie. In questa testimonianza si rivela che non è solo a livello umano che occorre cercare la testimonianza su Gesù. Gesù chiama queste opere «le opere che il Padre mi ha dato da compiere». Potremmo vedere in questa testimonianza quella di ciò che l’incontro con Gesù, con il suo Vangelo produce nella nostra vita. È un po’ come se si ripetesse ciò che vivevano le persone che incontravano Gesù. Dà testimonianza su Gesù anche ciò che di bello e di buono io vedo fiorire nella mia esistenza grazie all’incontro con lui. Chi ha incontrato Gesù nella sua vita terrena ha sperimentato di essere guarito, perdonato, purificato, liberato, rialzato… anche noi possiamo sperimentare questo nell’incontro con lui ed è una testimonianza” su di lui. È ciò che accade al cieco nato: egli sa solo una cosa, che prima era cieco e ora, dopo l’incontro con Gesù, ci vede.
Infine ci sono le Scritture. Esse sono il testimone privilegiato e permanente su Gesù. Dice Gesù: esse danno testimonianza di me. Ai suoi interlocutori Gesù dice: «voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna». C’è un modo di leggere le scritture che rende vana la loro testimonianza e che non corrisponde ad un vero ascolto. Questo accade quando gli uomini si danno gloria gli uni dagli altri. Cioè quando ci si chiude nelle proprie convinzioni, anche religiose, e si rimane ciechi e sordi davanti alla novità di Dio.
Tutte queste testimonianze su Gesù che tutti noi abbiamo a nostra disposizione, possono rimanere mute e senza effetto nella nostra vita. Sono davanti ai nostri occhi ma noi possiamo ignorarle. Questo accade quando non è in noi l’amore di Dio. È in sé un messaggio molto semplice che popolarmente potrebbe essere tradotto così: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Potremmo dire meglio: non può cogliere queste testimonianze su Gesù chi non si accorge di aver bisogno di lui, chi non sperimenta in sé la sete di Dio. Questa è la condizione di efficacia di ogni testimonianza.
Preghiamo perché l’itinerario quaresimale che stiamo percorrendo faccia nascere nel nostro cuore quell’amore di Dio capace di aprirci gli occhi per saper riconoscere la testimonianza dei fratelli, delle opere che fioriscono nella nostra vita.