Guariento Mario | MARTEDI’ 05.05.2020
Tutte le opere, i commenti, le riflessioni di Don Mario Guariento
guarientomario, gauriento, don guariento, guariento mario, mario guariento, liturgia guariento
626
post-template-default,single,single-post,postid-626,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,side_area_uncovered_from_content,qode-theme-ver-7.6.1,wpb-js-composer js-comp-ver-5.2.1,vc_responsive
 

MARTEDI’ 05.05.2020

06 Mag MARTEDI’ 05.05.2020

Giovanni 10, 22-30

Ve l’ho detto e voi non credete. Le opere che faccio per incarico del Padre mio testimoniano a mio favore. Ma voi non credete, perché non appartenete al mio gregge. Le mie pecore ascoltano la mia voce: io le conosco, ed esse mi seguono. E io do loro la vita eterna: esse non andranno mai in rovina. Nessuno le strapperà dalla mia mano.

Al discorso di Cafarnao non solo i giudei, ma anche molti discepoli sono scandalizzati dal discorso del Maestro sul pane della vita. La parola del Verbo incarnato sconcerta gli uditori. In realtà il messaggio del Cristo vuole scuotere e deve essere accolto, anche quando può apparire irrazionale o assurdo. La logica del vangelo non può essere sempre misurata con il metro della ragione umana. Se la parola di Gesù non disturba più, se non invita a una riflessione seria e non stimola a un’adesione più intima al Verbo incarnato, è segno evidente che si è diventati refrattari e impermeabili al suo messaggio.
Un vangelo addomesticato, che non combatte le massime della moda e del mondo, un cristianesimo che vuole battezzare tutto e che blandisce le passioni, è una turlupinatura dell’autentico messaggio del Figlio di Dio. L’incredulità dei discepoli dinanzi al sublime sermone sul pane della vita e il loro rifiuto del Maestro, devono quindi invitare a una riflessione seria sul proprio impegno cristiano. Se non si è disposti a seguire Gesù fino in fondo, ad accettare la sua parola senza riserve, un bel giorno ci si scandalizzerà di lui e lo si abbandonerà.
Inoltre chi vive nel compromesso, nel suo cuore ha già rifiutato il Cristo, anche se esternamente continua a mostrarsi suo seguace. Il discepolato autentico, infatti, esige l’accettazione incondizionata della rivelazione e della persona del Figlio di Dio. Il pericolo del rigetto di Cristo è sempre attuale, ma molto spesso si tratta di un rifiuto pratico, vivendo in modo contrario alle esigenze della parola di Gesù. La fede adulta richiede personalità decise a giocare qualcosa di più dei piccoli o grandi gesti culturali o di impegno nel mondo, richiede determinazione …Ma siamo deboli, frammentari, vittime del bricolage.
Allora ecco la comunità come luogo di solidificazione, di fedeltà, di “riconferma”, “conferma i tuoi fratelli nella fede” .
Una lettura di fede della realtà rappresenta sempre il coraggio di abbandonare la propria presunzione nell’abbraccio imprevedibile di Dio. Le conclusioni a cui si giunge non sono mai un insieme di informazioni sicure e immutabili; offrono invece un punto di riferimento sperimentato e sofferto nello stesso tempo. La lettura della fede possiede strumentazioni molto lontane dalle logiche della sapienza umana: la parola di Dio scritta e vissuta nella comunità cristiana. E’ questo lo strumento che lo Spirito mette tra le nostre mani per cogliere nella verità di Dio la nostra quotidiana avventura. La fede così nutrita dalla Parola è una esperienza che inonda di luce nuova, improvvisa e abbagliante, le esperienze della vita quotidiana. Per questo le riempie di senso nuovo, senza sottrarle alla fatica di sperimentare, produrre e ricercare il senso che esse si portano dentro, da spartire con tutti, in una compagnia legata all’ avventura dell’ uomo. Il senso sperimentato nella fede colloca veramente in un altro mondo, perchè porta a risignificare le cose che si vedono e si manipolano a partire dal mistero che si portano dentro.
Non riesce però a trascinare lontano dalle trame dell’ esistenza di tutti, perchè il “senso del mistero” emerge solo tra le pieghe del vissuto: la vita quotidiana che è appunto di tutti.
La compagnia del credente con tutti gli uomini resta però sempre un pò strana, tutta originale. 
Il credente testimonia infatti, sedendo a mensa con tutti, la forza della croce e una speranza che va oltre ogni umana sapienza.
Egli vive perciò la compagnia nella solitudine della sua esperienza di fede.
Sostiene una speranza che non si rassegna davanti alle lotte e che non rinuncia alla certezza della vittoria, anche quando la morte soffoca ogni sussulto.
Grida forte le esigenze della vita, quando nel suo nome viene contrabbandata la morte.