27 Nov PREGHIERA PER L’INIZIO DELL’AVVENTO
SALUTO
Ti vostro cuore, come corolla di fiore aperta dal sole del mattino, sia pronto ad accogliere con gioia la venuta dei Signore nella Parola, negli avvenimenti e nelle persone. AMEN
INTRODUZIONE
L’itinerario spirituale che la liturgia ci invita a percorrere nel tempo dell’Avvento ci conduce dall’attesa alla gioia, dalla speranza all’impegno per trasformare la nostra vita e la storia, la piccola storia del nostro mondo di ogni giorno, per incarnare nelle sfide della quotidianità la carità che Dio ci ha mostrato in Gesù Cristo. “Alzatevi e levate il capo, la vostra liberazione è vicina”. Questo appello di Luca è la sintesi ideale di due movimenti fondamentali dell’Avvento e di ogni autentica spiritualità cristiana: la liberazione e la speranza. La liberazione è di Dio, è la sua parola pronunziata nel silenzio e nell’oscurità dell’oppressione e del male. Una parola di speranza e di gioia per cui il credente deve sempre conservare intatta la fiducia nel senso ultimo della sua storia pur travagliata e aggrovigliata. Dall’altra parte, al movimento della liberazione divina deve rispondere l’attenzione, cioè la speranza, l’intelligenza vigile del discepolo che sta “alzato”, con il capo eretto, pronto a scrutare le chiamate di Dio fatte attraverso la coscienza, le persone con cui viviamo, gli eventi che ci accadono.
CANTO
PREGHIERA
Sono uscito di casa, Signore,
e ho lasciato la mia storia di ieri
perché oggi, per me e per tutta la chiesa,
inizia un tempo nuovo.
Nel mio cuore oggi si è accesa
la fiamma della speranza,
che mi fa guardare lontano,
oltre i miei usuali e piccoli orizzonti,
e accelerare i miei passi
per allontanarmi sempre più
dalle prigioni del male.
Ho un desiderio struggente, Signore,
di scoprire lungo la strada un fiore,
di incontrare una persona che sorride,
di incrociare una mano pulita,
di andare oltre il deserto dei miei sogni.
Voglio camminare, Signore,
in questo avvento di grazia,
per correrti incontro
perché io so e sento che al mondo
non c’è altro all’infuori di te
per il quale possa spendere
validamente la mia vita
così da meritare di comparire un giorno davanti a te
con il cuore in festa. Amen.
LETTURA
PREGHIERA DI PERDONO
P. Signore, Padre di misericordia, di tenerezza e di perdono sana con il tuo amore i nostri cuori feriti e liberaci dal male.
A. Signore Gesù, tu che sei l’Amore del Padre, abbi pietà di noi. Gesù, tu che offri all’uomo giustizia e pace, abbi pietà di noi. Signore Gesù, tu che tornerai un giorno per renderci partecipi della tua stessa gloria, abbi pietà di noi.
PREGHIAMO
Padre, stendi sopra di noi il manto del tuo amore misericordioso, guarisci le mostre ferite e con la forza del tuo Spirito santifica i nostri cuori perché possiamo essere tua vera immagine. Noi crediamo che tu perdoni il nostro peccato e ci rendi partecipi della tua vita di grazia e di verità. AMEN
CANTO
INTERCESSIONI
1. Signore Gesù noi ti riconosciamo e ti accogliamo come inviato dal Padre. Dona al nostro cuore la speranza che vince il pessimismo e l’angoscia. Illumina le nostre menti e la nostra vita perché non sia schiava dell’egoismo, dell’orgoglio e della tenebra del male.
Noi ti preghiamo Signore, ascoltaci
2. Illumina il cuore di tutti coloro che gemono sotto il peso del dolore, della solitudine, della malattia perché sappiano vivere questa drammatica esperienza con speranza e fiducia.
Noi ti preghiamo Signore, ascoltaci!
3. Dona a tutti i politici ed economisti del mondo lo Spirito di sapienza e di giustizia affinché collaborino per eliminare definitivamente l’ingiustizia, la fame, la guerra e si instauri un Regno di pace e di amore.
Noi ti preghiamo Signore, ascoltaci!
4. Questa tua comunità si avvicina, Signore, a tutte quelle persone che attendono un segno concreto di speranza, di solidarietà, di perdono. Fa che ciascuno di noi si faccia carico di questi fratelli donando loro la consapevo— lezza di sentirsi amati e sostenuti dalla nostra carità e dalla preghiera.
Noi ti preghiamo Signore, ascoltaci!
5. Padre santo a quanti sono lacerati dall’esperienza del vuoto e della disperazione, dona di scoprire nella loro desolazione la traccia della sete di te,
Noi ti preghiamo Signore, ascoltaci!
PREGHIAMO
Donaci o Padre, attraverso questa eucaristia un cuore capace di preghiera e di speranza, perché sappiano aprire la nostra vita all’universale gemito di attesa verso la liberazione di ogni creatura dall’ingiustizia e dal potere della morte. Per Cristo nostro Signore. AMEN
PROFESSIONE DI FEDE
Padre, noi crediamo in Te, nel tuo amore fedele e misericordioso,
Tu sei il Dio vivente: il rapporto con Te ci da la vita,
l’accoglienza di Te ci fa veramente viventi.
Crediamo in Gesù Cristo,
immagine radiosa del Padre, Parola eterna fatta carne.
Tu sei entrato in questa crocifissa storia dell’uomo
conficcandovi l’albero della Croce, per lievitarla verso la meta promessa
con la forza contagiosa della tua Risurrezione.
Crediamo nello Spirito Santo, Dio dell’amore e della speranza,
futuro promesso dei nostri cammini.
Sii tu stesso in noi desiderio, dolcezza e vita,
e fa’ che questa esistenza, segnata e santificata da Te,
sia spesa a servizio degli uomini fino al giorno in cui la potenza di Pasqua
avrà raggiunto e trasformato ogni cuore. AMEN
CONTEMPLIAMO
E’ tempo, Signore,
di appendere la cetra in contemplazione
e silenzio.
Tempo è di unire le voci,
di fonderle insieme
e lasciare che la grazia canti
e ci salvi la Bellezza.
Oppure cantare, solamente cantare.
Dire che sei Tu
il senso sconosciuto delle cose,
questa nostra coscienza:
amore celato nei nostri amori
voce del vento,
rapito gemito di fronde sul limitare
appena della selva.
Cantare suoni
che non siano più parole
cantare con voce sempre nuova
perché sempre «altro» Tu sei;
cantare con libera voce
tra salmo e salmo
nei maestosi cori
nel brillio delle vetrate,
tra absidi in fiamme;
sognare angeli sulle case
e deserti
riprendere a fiorire.
Ora invece la terra
si fa sempre più orrenda:
il tempo è malato
le speranze non hanno più voce,
i morti doppiamente morti
e anche gli amori
non si cantano più.
Tempo è di tornare poveri
per ritrovare il sapore del pane,
per reggere alla luce del sole
per varcare sereni la notte
e cantare la sete della cerva
nel luminoso orizzonte
dell’attesa.