22 Apr OMELIA DOMENICA 19.04.2020
Giovanni 20, 1-9
Con la sapienza di un grande maestro spirituale e con la sua profonda esperienza mistica, Giovanni ci presenta oggi un testo che riassume tutta la catechesi del suo vangelo e traccia le linee fondanti di una autentica sequela di Cristo.
Due sono i temi presenti nel testo che oggi la chiesa ci propone per la nostra meditazione e preghiera.
lo Spirito e la fede. Una fede che capovolge le categorie della fede dei discepoli alla sequela del Gesù storico: vedere per poter credere, ma credere e solo allora vedremo.
Ma prima Giovanni fa una premessa molto importane che giustifica tutto il cammino, non privo di tentazione e di ostacoli, compresa la paura che è causa di ogni nostra infedeltà.
“La sera di quello stesso giorno, venne Gesù e stette in mezzo a loro” Non apparve, né si mostrò ma STETTE! Gesù non ci lascia orfani… privi della sua presenza.
Gesù dimora, vive, abita in mezzo dentro la comunità e ciascuno di noi. Vivendo alla presenza del Presente, il Signore Gesù, tutto diventa possibile,
più umano, tutto acquista senso… Ma a volte l’affanno, le preoccupazioni, la tiepidezza, la mediocrità della vita spirituale offuscano il nostro sguardo e non vediamo, non sentiamo, non cogliamo la presenza del Signore che ci guarda, ci parla, ci illumina, ci abita.
Abbiamo bisogno di rinnovare la nostra fede, renderla capace di vedere anche nella oscurità, come i profeti. Ricordiamo l’immagine della civetta così familiare alla vita monastica.
“ Beati coloro che pur senza avere visto crederanno”. Ecco il grande centro: Credere!
Tutto il Vangelo di Giovanni è costruito intorno a questo verbo: Credere Non c’è capitolo che non contenga questo invito. Il peccato per Giovanni è uno solo: l’incredulità.!
Egli si fa maestro della nostra fede. Che cosa significa CREDERE?
Le icone presenti nel vangelo di Giovanni sono i volti della fede. Giovanni Battista: la fedeltà fino al martirio. La sfida ad ogni potere. Nozze di Cana. Quello che egli vi dirà, fatelo. Obbedienza e prassi Nicodemo. Lasciarsi costantemente rigenerare dallo Spirito. Nascere dall’alto.
Funzionario reale. Fondare le nostre scelte sulla sua parola.
Samaritana. Scendere nel profondo e scoprire la sete di Lui…che trasforma, rende la nostra persona pregnante di pace e gioia.
Adultera. Sentirsi sempre bisognosi di misericordia e mai giudicanti.
Credere che nessun peccato né legge potrà strapparci dalla misericordia del Signore.
Cieco nato. Saper affrontare solitudine, opposizioni e giudizi degli altri ma non stancarci di rimanere attaccati a Cristo, luce nelle nostre oscurità.
Marta. Affidarci al Signore anche quando la morte sembra non vincibile, quando tutto ci è nemico, sembra smentire le nostre scelte.
La lavanda dei piedi è l’esame della vera fede. Sapendo queste cose sarete beati se le metterete in pratica. Giocarci la vita nella gratuità del
dono, nel servizio come attualizzazione della carità.
Ma tutto questo è possibile solo se lasciamo operare in noi lo Spirito.
Lo Spirito che Gesù ci ha donato. “Ricevete lo Spirito santo” Gesù ce lo dà, ma dobbiamo accoglierlo e lasciarlo operare in noi.
Ad impedirci di ascoltare lo Spirito e di accogliere la Parola, infatti, non è la pochezza di intelligenza ma la durezza di cuore: solo un’azione profonda e drammatica può cancellare il peccato dal nostro cuore e rendere reale l’assimilazione della Parola.
«C’è qui un grande mistero sul quale occorre riflettere, fratelli. Il suono delle nostre parole percuote le orecchie, ma il vero maestro sta dentro.
Non crediate di poter apprendere qualcosa da un uomo. Noi possiamo
esortare con lo strepito della voce, ma se dentro non v’è chi insegna,
inutile diviene il nostro rumore»
(AGOSTINO, Tractatus in epistolam Joannis, III,13).
«Come un sole che si impadronisce di un occhio purissimo, lo Spirito ti
mostrerà in se stesso l’immagine dell’invisibile e nella santa contemplazione dell’immagine tu vedrai l’indicibile bellezza dell’Archetipo»
(BASILIO, De Spiritu Sancto, IX, 23).