Guariento Mario | LUNEDI’ 11.05.2020
Tutte le opere, i commenti, le riflessioni di Don Mario Guariento
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LUNEDI’ 11.05.2020

11 Mag LUNEDI’ 11.05.2020

Giovanni 14, 21-26

Per rendere umana la vita, la prima cosa è seminare pace, non violenza; promuovere il rispetto, dialogo e ascolto reciproco, non imposizione, scontro e dogmatismo.
Se i discepoli di Gesù non recano la pace nel loro cuore hanno in serbo paure, interessi, ambizioni, mancanza di responsabilità. L’orizzonte che Gesù propone ai suoi è grandioso: un grande movimento spirituale di discepoli e di discepole che lo seguiranno, abitati dallo Spirito Santo che è amore e pace. Essi rimarranno nella sua verità, insegnerà loro tutto quello che Gesù ha comunicato per le strade della Galilea. Egli li difenderà dal turbamento e dalla viltà.
Gesù desidera che colgano bene che cosa significherà per loro lo Spirito della verità e della  fraternità: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace». Se vivremo guidati dallo Spirito, ricordando e osservando le sue parole, conosceremo la pace. Non si tratta di una pace qualunque: è la sua pace. Per questo dice loro: «Non come la dà il mondo, io la do a voi». La pace di Gesù non si costruisce con strategie ispirate alla menzogna o all’ingiustizia, ma agendo con lo Spirito della verità. È necessario convertirci umilmente alla sua verità, mobilitare tutte le nostre forze per abbandonare vie sbagliate e lasciarci guidare dallo Spirito che ha animato tutta la vita di Gesù.
Una «cultura di pace» affonda sempre le proprie radici nella verità. La deformazione o la manipolazione della cultura al servizio di interessi di parte o di oscure strategie non conduce alla vera pace. Nella nostra società, noi cristiani dobbiamo ascoltare in modo sempre nuovo le parole di Gesù, «vi lascio la pace, vi do la mia pace», e dobbiamo domandarci che cosa ne abbiamo fatto di questa pace che il mondo non può dare, ma che ha bisogno di conoscere.
Il pluralismo è un fatto innegabile. Si può anzi affermare che si tratti di uno degli aspetti più caratteristici della società moderna. Il mondo monolitico di alcuni anni fa si è frantumato in mille pezzi. Oggi convivono tra noi ogni tipo di posizioni, idee o valori.
Il pluralismo non è solo un dato, ma è uno dei pochi dogmi della nostra cultura. Oggi tutto può essere messo in discussione, tutto tranne il diritto di ciascuno di pensare come gli pare e di essere rispettato per quello che pensa. Certo, un simile pluralismo ci può stimolare alla ricerca responsabile, al dialogo e al confronto tra le varie posizioni. Ma ci può anche portare a gravi regressioni. Di fatto, non pochi stanno cadendo in un relativismo totale: è tutto uguale. Come dice il sociologo francese Gilles Lipovetsky, non esistono più verità o menzogna, bellezza o bruttezza. Nulla è bene o male. Si vive di impressioni, e ognuno pensa ciò che vuole e fa quello che gli va. Si difendono le credenze più peregrine senza il minimo rigore, si pretende di risolvere con quattro luoghi comuni le questioni più vitali dell’essere umano. Forse è a questo che allude Alain Finkielkraut quando afferma che «la barbarie si sta impadronendo della cultura». Il cristiano oggi è chiamato a vivere la propria fede in atteggiamento di ricerca responsabile e condivisa, è chiamato inoltre a vivere guarendo questa cultura.
Non possiamo evitare di fare parte integrante di un mondo complesso che incide potentemente sul nostro modo di essere, agire e vivere. Viviamo in modo accelerato, sottoposti a un ritmo di vita che esaurisce, senza la possibilità di sostare serenamente davanti alla nostra vita. Ci nutriamo di un’informazione molteplice e varia di notizie e dati, ma senza strumenti per discernere, riflettere e formarci un giudizio con responsabilità e lucidità.  Viviamo sedotti dalle mille attrazioni ingannevoli della società dei consumi, ma «sotto-alimentati» dal punto di vista spirituale. Siamo distratti da innumerevoli mode o slogan, senza essere capaci di affrontare la nostra verità. Noi credenti sappiamo che la fede può essere la grande forza interiore che ci aiuta a liberarci dall’alienazione, dalla superficialità, dalla disgregazione o dal vuoto interiore. Per vivere in maniera più umana e libera abbiamo bisogno di un’energia interiore capace di animare e rendere dinamiche le nostre vite. Per questo ascoltiamo oggi con gioia le parole di Gesù:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».