11 Mag DOMENICA 10.05.2020
Giovanni 14, 1-12
“Ritornerò e vi prenderò con me perché siate anche voi dove sono io”
Gesù non parla della escatologia definitiva ma della escatologia attuale ossia del presente nel quale abitano i discepoli. E’ una dichiarazione così sublime che rischia di non essere credibile. E’ l’assicurazione che ogni innamorato fa all’amata nel momento in cui si deve allontanare da lei. I suoi occhi si riempiono della luce dell’amore, la sua voce si fa calda perché vuole togliere dal cuore dei discepoli smarriti che non rimarranno soli nelle avversità della vita, nella tribolazione, nella solitudine e nella lotta contro il male.
Basterebbero queste parole di Gesù per affrontare ogni giorno le nostre giornate con nel cuore una profonda pace e una gioiosa speranza. Sono le parole che hanno fatto gridare Paolo della lettera ai Romani avvolto di luce: Chi ci separerà dall’amore di Cristo?
Per questo, Matteo termina il suo vangelo con una frase indimenticabile del Gesù risorto: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Questa è la fede che da sempre ha animato le comunità cristiane. Non siamo soli, sperduti nella storia, abbandonati alle nostre proprie forze e al nostro peccato. Cristo è con noi. In momenti come quelli che stiamo vivendo oggi noi credenti, è facile cadere nel lamento, nello sconforto e nel disfattismo. Si direbbe che abbiamo dimenticato qualcosa che invece abbiamo urgente bisogno di ricordare; lui è con noi.
Tuttavia, per i primi credenti, Gesù non è un personaggio del passato, Un defunto che si venera e al quale si dà culto, ma qualcuno vivo, che anima, vivifica e riempie col suo spirito la comunità credente. Quando due o tre credenti si riuniscono nel suo nome, egli è in mezzo a loro. Gli incontri dei credenti non sono assemblee di erranti, che cercano di incoraggiarsi a vicenda. In mezzo a loro si trova il Risorto, con il suo impulso e forza che imprime dinamismo. Dimenticarlo significa rischiare di indebolire alla base la nostra speranza.
Ma c’è ancora di più. Quando incontriamo un uomo bisognoso, disprezzato o abbandonato, stiamo incontrando colui che volle essere solidale con loro in modo radicale. Per questo la nostra adesione reale a Cristo si verifica al meglio nell’aiuto e nella solidarietà con il bisognoso. «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» .
II Signore risorto è presente nell’ eucaristia e alimenta la nostra fede . È presente nella comunità cristiana, infonde il suo Spirito e dà impulso alla carità e all’impegno. È presente nei poveri e muove i nostri cuori alla compassione. È presente tutti i giorni, fino alla fine del mondo.
Giovanni descrive il congedo di Gesù, tracciando le linee di forza che dovranno orientare per sempre i suoi discepoli, i tratti che dovranno caratterizzare la sua Chiesa per compiere fedelmente la propria missione. La risurrezione non deve portarli a dimenticare quanto hanno Vissuto con lui. Lo hanno ascoltato parlare di Dio con parabole commoventi. Lo hanno visto alleviare la sofferenza, offrendo il perdono di Dio e accogliendo i più dimenticati. È proprio questo ciò che devono continuare a trasmettere. Tra i discepoli intorno a Gesù risorto, c’è chi «crede» e c’è chi «dubita». Senza dubbio vogliono credere, ma in alcuni sorge il dubbio e l’indecisione. Forse sono spaventati, non possono comprendere tutto quello che ciò significa. Giovani conosce la fragile fede delle comunità cristiane: se non potranno contare su Gesù, si spegnerà presto. Gesù resta in mezzo a loro ed entra in contatto con loro. Lui ha la forza e la potenza che manca loro. Se si appoggiano a lui non vacilleranno. Per lui, Dio non è solo il «Santo» di cui parlano tutti, ma il «Misericordioso». Non abita nel tempio, accogliendo solo quelli dal cuore puro e dalle mani innocenti. Gesù lo percepisce come Padre, che non esclude nessuno dal suo amore misericordioso. Ogni mattina gioisce perché Dio fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi. Questo Padre ha nel cuore un grande progetto: rendere la terra una dimora abitabile. Gesù non ha dubbi: Dio non si darà pace fino a quando non vedrà i suoi figli e le sue figlie gioire insieme in una festa finale. Nessuno lo potrà impedire: né la crudeltà della morte né l’ingiustizia degli uomini. Come nessuno può impedire che giunga la primavera e riempia tutto di vita.